Lorem Ipsum dolor sit amet

Spoltore 22 23 24 NOV 2025

Convento di San Panfilo

logo vini autentici 2025 ufficiale
logo vini autentici 2025 ufficialeconvento-san-panfilo-7.jpegconvento-san-panfilo-2.jpegimmagine%202025-05-07%20095122.jpegconvento-san-panfilo-5.jpegconvento-san-panfilo-4.jpegconvento-san-panfilo-3.jpeg
logo orso nuovo
logo nuovo

Diario di Vini Autentici

Corrispondenze nel Vino

Non solo Gaza | "No Other Land" e la pulizia etnica in Cisgiordania

2025-10-31 16:05

REDAZIONE

Non solo Gaza | "No Other Land" e la pulizia etnica in Cisgiordania

È ormai iniziato il terzo anno di genocidio nella Striscia di Gaza. E no, non è un errore non tenere conto della pretesa "pace" firmata Trump, a tutt'oggi una f

copertina-blog---film.png

"No Other Land" e la pulizia etnica in Cisgiordania

di Elsa Flacco

È ormai iniziato il terzo anno di genocidio nella Striscia di Gaza. E no, non è un errore non tenere conto della pretesa "pace" firmata Trump, a tutt'oggi una fragile tregua che non muta minimamente le condizioni che hanno provocato il sanguinoso attacco del 7 ottobre e i successivi due anni di massacri. Semmai le peggiora, perpetuando le ingiustizie dell'occupazione e anzi istituzionalizzando una situazione illegale e illegittima, condannata da un centinaio di risoluzioni ONU rimaste disattese.

Le ultime notizie sul "piano Trump" parlano del 58% di Gaza rimasta sotto il controllo israeliano, una linea gialla il cui oltrepassamento determina la condanna a morte con esecuzione immediata anche di bambini e asini, gli aiuti che saranno ammessi solo nella parte controllata da Israele, così come l'avvio della ricostruzione: insomma, un braccio di ferro tra USA e Israele per accaparrarsi l'iniziativa e il controllo di un progetto che non tiene minimamente conto, anzi irride qualunque ruolo dei palestinesi nelle decisioni sul proprio futuro.

Il sacro principio dell'autodeterminazione dei popoli vale per tutti eccetto che per questo piccolo popolo che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel territorio rivendicato con motivazioni bibliche da gruppi di individui giunti da ogni continente (prevalentemente dall'Europa Orientale, nel primo periodo) per occupare una terra abitata da secoli dalle comunità palestinesi. Settantasette anni di conflitti, guerre, carneficine quasi unilaterali (quella del 7 ottobre è un caso unico), trattati disattesi e mai applicati, non hanno convinto i palestinesi ad andarsene, nemmeno dopo la violenza inaudita e inconcepibile degli ultimi due anni.

Ma non c'è solo Gaza

 

Secondo le risoluzioni ONU il fantomatico Stato palestinese mai nato avrebbe dovuto comprendere, insieme alla piccola Striscia di 365 kmq, la più vasta Cisgiordania, West Bank in lingua inglese, che gli israeliani preferiscono chiamare Giudea e Samaria, e già i nomi sono tutto un programma: la religione, i richiami biblici, miti vecchi di tremila anni riesumati per giustificare un'occupazione feroce e disumana che miete vittime quasi quotidiane e tiene tre milioni di persone, in gran parte contadini e pastori, sotto il tallone di un'occupazione violenta, a opera di ormai 700.000 coloni israeliani supportati dall'esercito.

La crescita sempre più rapida negli ultimi anni del numero degli insediamenti israeliani ha ridotto quello che avrebbe dovuto essere il nucleo dello stato palestinese in una serie di villaggi sparsi, senza continuità territoriale, intervallati da insediamenti ebraici posti sulle alture, dai quali partono quotidianamente spedizioni punitive (per non si sa cosa) di giovani coloni violenti che protetti dai soldati bastonano e feriscono civili inermi, avvelenano pozzi, tagliano ulivi, incendiano e distruggono con le ruspe abitazioni, scuole, edifici pubblici e privati, uccidono il bestiame, per costringere gli abitanti ad andarsene, abbandonando le case, i campi, tutto quello che possiedono.

Il film che ha vinto l'Oscar

 

È questa la storia narrata nel film documentario "No Other Land", premiato quest'anno con l'Oscar, che racconta la storia del villaggio di Masafer Yatta negli anni dal 2019 al 2023, interrompendosi subito prima della data fatidica del 7 ottobre, dopo la quale la situazione è precipitata rispetto a quanto si vede nel film, che è già una storia di violenza, prevaricazione, soprusi incessanti.

Lo sguardo, anzi gli sguardi, attraverso i quali vediamo scorrere le giornate sono quelli dei due giovani protagonisti (che sono anche due dei quattro registi), il palestinese Basel Adra e l'israeliano Yuval Abraham, tra i quali nasce un'amicizia fondata sul rispetto, dopo la diffidenza iniziale, e sul comune impegno a difesa della comunità palestinese del villaggio, fatta oggetto di continui abusi da parte dei coloni e dell'esercito.

Durante il film seguiamo i tentativi dei palestinesi, guidati spesso dal padre di Basel, che possiede una pompa di benzina con cui si guadagna da vivere negli intervalli tra un arresto e l'altro, di difendere le loro case e i campi dai continui assalti dei coloni armati e accompagnati dai soldati che rubano metro dopo metro, giorno dopo giorno, la terra palestinese, utilizzando pretesti che appaiono più che altro derisori nella loro pochezza.

Nel corso delle manifestazioni nonviolente organizzate dagli abitanti accadono ferimenti e uccisioni, rimaste impunite come tutte le violenze dei coloni in Cisgiordania, dove hanno licenza di sparare, bastonare, rapire, torturare anche i ragazzini. Un clima di terrore a cui i palestinesi hanno imparato a resistere attraverso la "sumud", espressione intraducibile diventata popolare grazie all'azione della Flotilla, che indica un insieme di forza, resistenza, resilienza (unico caso in cui questo termine acquista valore) e pazienza nel senso di capacità di sopportare senza reagire, se reagire significa morire o, nel migliore dei casi, restare invalido a vita.

Dopo il 7 Ottobre

 

La narrazione della vita a Masafer Yatta mostrata nel film si interrompe alla vigilia del 7 ottobre. Dopo questa data tutto è cambiato, in peggio: i coloni sono stati armati con fucili di precisione dal governo israeliano, le violenze, anche quelle mortali, si sono moltiplicate, così come il numero degli insediamenti israeliani e dei villaggi sfollati a forza.

"No Other Land" ha vinto l'Oscar, ma questo non ha impedito a uno dei registi di venire picchiato e sequestrato per giorni dai coloni, alla famiglia di Basel Adra di subire violenze e a uno dei protagonisti, l'insegnante e attivista Awdah Hathaleen, di essere ucciso da un colone in un omicidio ripreso dalle telecamere e rimasto impunito, con l'autore a piede libero senza aver ricevuto alcuna sanzione.

Perché è importante proiettarlo

 

Per questo è importante proiettare "No Other Land" in ogni spazio a disposizione, in ogni occasione possibile. Per due volte è stato annunciato il passaggio su Rai Tre, per due volte è stato annullato con motivazioni risibili, a testimonianza del vassallaggio dei nostri media nazionali nei confronti dei poteri forti e della lobby sionista.

Il clima è sempre più fosco, i segnali di allarme si moltiplicano, la difesa della libertà di espressione è dovere di tutti. Noi ci proviamo anche con la proiezione di questo film, la mattina di domenica 23 novembre a Spoltore, nell'ambito della Mostra del vino artigianale in Abruzzo VINI AUTENTICI.

Vini Autentici 2025: ultimo appello agli espositori

 

Se sei un produttore di vino artigianale e stai ancora valutando la partecipazione all'evento, oggi 31 ottobre è l'ultimo giorno per iscriverti a tariffa agevolata (€175 invece di €250).

 

L'evento si terrà dal 22 al 24 novembre 2025 presso il Convento di San Panfilo a Spoltore (PE).

 

Info e iscrizioni: viniautentici.it

Seguici su Mastodon: @Viniautentici@mastodon.uno

Vini Autentici © 2023-2025 è un marchio di ANTIDOTES

Tutti i diritti sono riservati

info@antidotes.it

 

mastodon_logotype_(simple).svg
signal-lockup-black.svg
logo_peertube_long

PARLA CON NOI SU MEDIA INDIPENDENTI

orso